TENNIS – di ALBERTO CAPILUPI

Torneo di Wimbledon 2024

Finale del singolare maschile

ALCARAZ RE DI WIMBLEDON PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO

Sicuro in tutti i colpi e perfetto atleticamente, lo spagnolo strapazza Djokovic con un doppio 6-2 nei primi due set, ma nel terzo lotta alla pari con il più grande tennista di tutti i tempi, imponendosi  infine al tie-break per 7-4 dopo aver sciupato 3 match point  con il servizio a disposizione

Finale del singolare femminile

Paolini cede, ma per poco.

Scesa in campo rigidissima, ha ceduto subito il servizio, rinunciando a difenderlo anche nel quinto gioco, con la conseguenza di consegnare il primo set su un piattino d’argento a Krejcikova, che nel secondo è caduta in una crisi simile e con identico punteggio, pur con marcate differenze nel gioco: da un lato l’italiana riusciva raramente a tenere in campo la prima palla nella battuta e a controllare la risposta al servizio, mentre  la ceca alternava servizi vincenti a doppi falli e ad errori evitabili negli scambi.

Tutto ciò per mettere in rilievo il livello poco elevato di questa finale.

Nel terzo set le due giocatrici hanno finalmente giocato molto meglio, ma purtroppo è stato fatale a Paolini il classico settimo gioco, terminato con un incredibile doppio fallo (l’unico di Jasmine).

Paolini ha poi cercato di resistere, ma sostanzialmente Krejcikova ha dato l’impressione di meritare la vittoria.

Semifinale Djokovic – Musetti

Un Djokovic più forte che mai si aggiudica per 3-0 la semifinale contro Musetti.

Più forte che mai perché una volta il serbo non andava mai a rete spontaneamente, utilizzava pochissimo la palla corta e non cercava subito il punto con la risposta alla battuta: giocava da fondo  campo, arrivava su tutte le palle e indirizzava la palla piazzandola molto ma evitando rischi eccessivi.

Oggi sa fare le stesse cose di prima a fondo campo, ma ha scoperto di essere bravissimo anche nel gioco verticale. Praticamente sa fare quasi tutto, tranne lo smash.

Contro questo mostro, considerato il tennista più forte di tutti i tempi, che cosa avrebbe potuto fare il nostro Musetti se non cercare di arginarlo e mettere a segno colpi spettacolari?

Troppo poco, perché l’iniziativa è stata dall’inizio alla fine nelle mani del mitico Nole.

Nella finale vedremo se Alcaraz gli consentirà un gioco così offensivo.

Semifinale femminile

LA SOLIDITA’ MENTALE E’ LA PRIMA ARMA DEL TENNISTA

Jasmine Paolini compie una grande impresa conquistando – prima volta per l’Italia – la finale di Wimbledon . bis di quella recente del Roland Garros.

Per tutta la partita Jasmine ha continuato a giocare con fermezza, mantenendo sempre un sorriso disarmante, al contrario della sua avversaria, la croata Donna Vekic, palesemente più forte di lei nei colpi vincenti e soprattutto nel servizio, ma troppo spesso incapace di controllare le emozioni e di evitare (conseguentemente) errori gratuiti: al punto  di riuscire a trattenere le lacrime durante un cambio di campo.

Perso il primo set con 2 break, principalmente perché non riusciva a mettere in campo la prima battuta, Paolini ha strappato il servizio decisivo all’avversaria nel decimo gioco del secondo parziale.

Il terzo set è stato un’altalena infinita di colpi di scena: 4 break (2 per parte), 2 match point per Paolini al decimo e al dodicesimo gioco, infine un interminabile maxi tie-break, concluso sul punteggio di 10-8 a favore della nostra irriduciblie Jasmime , che in finale affronterà la sorprendente ceca Barbora Krejcikova.

Quarti di finale

Sinner esce ai quarti, sconfitto da troppe avversità e prima di tutto da Medvedev, che sul nuovo fondo in erba (più resistente ma più lento del precedente a causa anche della pioggia) si trova oerfettamente  a proprio agio.

La seconda causa della resa di Jannik è stato il malessere (per calo di pressione e abbinato – pare –  a problemi di stomaco),  che l’ha costretto a fermarsi e ad uscire per più di 10 minuti nel secondo set.

Il terzo motivo è stato il caso, perché ha avuto la possibilità di aggiudicarsi tre set: avrebbe infatti potuto conquistare il secondo parziale per 7-5 dopo aver vinto il primo al tie-break  e prima del quarto, da lui dominato per 6-2.

Ma la storia non si fa con i “se”.

In compenso Jasmine Paolini accede alla semifinale con un incredibile 6-2 – 6-1, affibbiato alla statunitense Emma Navarro

MUSETTI VICE DI SINNER.

Grande impresa di Lorenzo  che , superando ai quarti lo statunitense Fritz (n.12 ATP), accede per la prima volta alle semifinali in uno slam

Dopo aver perso il primo set cedendo il servizio nel quarto gioco, l’italiano si è aggiudicato il secondo e il terzo parziale, facendosi poi superare nel quarto, in cui l’americano ha fatto registrare pericolosamente una striscia positiva, a partire dal punteggio di 2-2, 0-40.

Ma, proprio quando si ò presentato il timore di un proprio  possibile cedimento, Musetti ha ribaltato totalmente la situazione nel quinto set, che ha dominato con un netto 6-1, grazie a frequenti cambi di ritmo, a precisi passanti e al sapiente utilizzo di palle corte.

Con questa importantissima vittoria Lorenzo avanza al sedicesimo posto della graduatoria ATP.

In semifinale affronterà il mitico e inossidabile Djokovic, che conosce molto bene.

Nel femminile anche Jasmine Paolini è arrivata nelle prime 2 posizioni. E, in base alla classifica, parte da favorita contro la croata Donna Vekic (n. 37 WTA).

NESSUNO SA GIOCARE COME SINNER

Secondo Adriano Panatta la partita tra Sinner e Berrettini non è stata bellissima” perchè l’alto atesino ha commesso troppi errori”.

Questa è l’ennesima insopportabile sparata dell’ex campione romano, forse mosso inconsciamente dall’invidia verso chi ha fatto sigillare definitivamente nel baule della preistoria sportiva il tennis di mezzo secolo fa.

Sinner è arrivato ad essere numero uno del mondo con un gioco aggressivo e d’alto rischio, basato sull’accettazione della possibilità di non riuscire a tenere sempre in campo la palla: una strategia ben diversa da quella di Djokovic (maestro assoluto nella gestione del rapporto tra attacco e difesa) e distante anni luce dalla bassa velocità da tiki-taka con cui si giocava ai tempi di Panatta e Pietrangeli.

Oggi tanti giocatori tentano di imitare Sinner, provando ad adottare il suo tennis anticipato e profondo. Qualcuno progredisce, ma nessuno riesce a giocare come lui.

Jannik ha superato il terzo turno battendo abbastanza facilmente il serbo Kecmanovic che, dopo essere stato messo alle corde nel primo parziale, è sembrato capace di adeguarsi nel secondo al ritmo infernale di Sinner, per cedere però definitivamente nel terzo senza benzina.

Il trentasettenne Fognini, ex top dotatissimo ma da sempre imprevedibile nell’autocontrollo, sarebbe probabilmente desideroso di rientrare nel giro della Coppa Davis. Volandri, però, fa bene a non fidarsi del ligure, anche se ha fatto il colpo grosso in questa edizione di Wimbledon, eliminando Ruud (n. 8 ATP), per poi cedere contro Bautista a causa di tutta una serie di scellerati e incredibili doppi falli consecutivi.

Avanza invece Lorenzo Musetti, che ha dovuto impiegare 5 set sia per superare Luciano Darderi sia per battere Bautista Agut.

In campo femminile passa agli ottavi Jasmine Paolini, attualmente n. 7 della graduatoria WTA, sempre più forte.

SINNER  – BERRETTINI

Onore al tennis italiano: la partita tra Sinner e Berrettini sul campo centrale della culla di questo sport sarà probabilmente ricordata – a nostro parere – come il termine di riferimento per giudicare il livello di eccellenza di qualsiasi altro confronto, perché ci sembra quasi impossibile immaginare che si possa giocare meglio di così.

D’altra parte sono scesi in campo l’attuale n.1 del mondo e il finalista dello stesso torneo nel 2021, che in autunno saranno chiamati a difendere in Coppa Davis il titolo del campionato mondiale a squadre riconquistato l’anno scorso dopo quasi mezzo secolo.

Da un lato Sinner, cioè il migliore in assoluto nella profondità dei colpi da fondo campo e nell’equilibrio dinamico, fortissimo nell’anticipo e nel piazzare la palla con improvvise accelerazioni, ma ancora alla ricerca di una migliore confidenza con la rete e con la palla corta; dall’altra parte Berrettini,  gigante di 1,96 cm per 95 Kg, potentissimo e preciso nel servizio e nel diritto, pronto nei riflessi e incredibilmente agile nonostante la stazza, alla costante ricerca di soluzioni vincenti.

C’erano quindi le premesse per assistere ad un gioco totalmente d’attacco e di altissima qualità.

Nell’aria si avvertiva però anche qualche timore per le reali condizioni fisiche di entrambi i giocatori, in quanto reduci da infortuni. Ma, per fortuna, tutto è filato al meglio.

Sostanzialmente la differenza tra i due è emersa esclusivamente sul piano mentale, in particolare nel controllo dell’ansia, proprio quando si è creata la necessità di avere fiducia in se stessi. Non può essere un caso, infatti, se Sinner si è imposto per 3-1, dominando nettamente tutti e tre i tie-break della partita (nel primo, nel secondo e nel quarto set) rispettivamente per 7-3, 7-4, 7-4.

Quindi Sinner ha vinto perché è convinto, a differenza di Berrettini, di essere superiore all’avversario.

Ma, per il resto, i due hanno giocato alla pari.

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