La presentazione del libro “I cento metri” di Claudio Colombo e Fabio Monti ha aperto ufficialmente nella saletta del “T Gella” la stagione di sport e cultura del Panathlon Gianni Brera-Università di Verona. Una serata di alto livello perché alla presenza dei due autori, firme nobili del giornalismo sportivo, si è aggiunta quella di velocisti storici quali Simoncelli, Perbellini, Tollot, Buonavita, Sancassani, o di un mezzofondista poi preparatore atletico del calcio come Adelio Diamante. Grande e piacevole sorpresa la partecipazione di Francesca Dambruoso, velocista di rango nelle stagioni giovanili, oggi campionessa del mondo di obstacle course racing. Per non parlare delle presenze in quota Panathlon, da Grazia Attene a Marina Zummo, da Rossella Pasqua di Bisceglie a Mirko Buglioli. L’occasione, quindi, per raccontare, e far raccontare, gli episodi più significativi di una disciplina che ha allineato protagonisti leggendari, da Jesse Owens ad Armin Hary, da Valerji Borzov a Husain Bolt fino ai nostri eroi in maglia azzurra, gli olimpionici Livio Berruti, Pietro Mennea e Marcell Jacobs.
Claudio Colombo e Fabio Monti hanno arricchito i propri interventi con giudizi autorevoli e con dati inediti calibrando il racconto delle storie e delle leggende dei protagonisti dei cento sprint da ricordare e anche, in appendice, dei protagonisti in negativo. Claudio Colombo era presente a Tokyo (Olimpiade del 1988) quando Ben Johnson ha chiuso nella maniera che conosciamo la propria carriera. A fare da contraltare, se parliamo di emozioni, l’incontro-intervista con Carl Lewis, giovanissimo, a Milano in piazza Duomo (1981).
Fabio Monti, figlio d’arte (il padre Carlo è stato medaglia di bronzo sui 100 metri agli Europei di Oslo nel 1946) ha vissuto una carriera in bilico, come inviato speciale, tra calcio e atletica leggera ma non ha esitato a certificare la propria propensione per la regina dell’Olimpiade. Il “top” tra i velocisti storici? Nessun dubbio per lui nell’assegnare a Bob Hayes, il ciclone di Tokyo ‘64, la palma del più forte in assoluto ricordando i 10” netti realizzati su una pista in terra battuta ridotta dal temporale a un acquitrino. Tra le donne, invece, Wilma Rudolph rimane ineguagliabile per classe e leggiadria.
La serata, aperta dal saluto di Rosario Pugliarello, presidente del Panathlon Gianni Brera-Università di Verona, ha visto anche la presenza di Daniele Pagliari, presidente del Panathlon Mantova Tazio Nuvolari e Learco Guerra, di Loretta Padovani, vice presidente del Panathlon Verona 1954, e di Giuseppe Faugiana, delegato provinciale del Coni Mantova.
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