C’era una volta il CONI, l’ente che aveva il compito di selezionare la squadra nazionale da mandare
alle Olimpiadi: era la sua funzione istituzionale, identica a quella dei Comitati olimpici di tutti gli altri
Paesi del mondo. Tutti impegnati a cercare di fare bella figura nei Giochi Olimpici perché i buoni risultati
ottenuti nello sport sono un’ottima occasione di propaganda per dimostrare che nel proprio Paese si è
ben organizzati. Con questa logica, almeno tre erano – e ancora sono – i problemi principali per molti
(ma non tutti) i Comitati Olimpici: avere a totale disposizione atleti professionisti formalmente in divisa e
quindi stipendiati dallo Stato; governare con elasticità e discrezione il limite tra lecito e illecito nell’uso di
sostanze miracolose, capaci di dare un aiutino nell’ottenere i risultati; salvaguardare la propria
autonomia rispetto a quella dello Stato di appartenenza per mantenere i requisiti necessari richiesti dal
CIO per la partecipazione ai Giochi Olimpici.
Il nostro CONI, federazione delle federazioni, aveva un problema in più, perché era anche impegnato a
tenere sotto controllo la tradizionale invadenza dei partiti (che si insinuano ovunque possano), ognuno
dei quali si occupava di sport attraverso il proprio ente di promozione sportiva, perché si sa bene che le
aggregazioni facilitano qualsiasi tipo di propaganda. E ci riusciva benissimo, perché tutti gli enti di
promozione erano affiliati al CONI, in aggiunta alle federazioni: lo Stato finanziava infatti
profumatamente il CONI, che a sua volta distribuiva contributi a destra e a manca alle federazioni, agli
enti di promozione e alle società. In pratica il CONI aveva la delega del governo su tutto lo sport,
persino nei rapporti con la scuola.
Tale equilibrio si è mantenuto fino a pochi anni fa. Poi improvvisamente si è spezzato, perché qualche
politico ha avuto non solo l’idea di raddoppiare la torta dello sport (facendovi entrare tutta l’attività
motoria), ma anche quella di tagliare il cordone ombelicale della borsa vincolata al CONI, assegnandola
direttamente ad un nuovo ente interamente legato al governo in carica.
Al CONI è rimasta la funzione originale, quella cioè di occuparsi della squadra olimpica. Ma questa
volta con i soldi contati e interamente controllati.
Vediamo le tappe di questa mutazione.
NEL 2002 L’ENTE PUBBLICO CONI SI AVVALE DELLA SOCIETA’
“CONI SERVIZI SPA”, che viene costituita con il decreto legge 8
luglio 2002, n. 138.
Con questa legge il Presidente della “CONI SERVIZI SPA” viene
nominato dal CONI
http://www.avvocaturastato.it/node/64
La legge di bilancio del 2019, la L. n. 145 del 30 dicembre 2018,
apporta sensibili modifiche al ruolo del CONI:
prevede una modifica della denominazione di CONI Servizi S.p.a. in
Sport e Salute S.p.a.,
e prevede che il presidente di quest’ultima sia nominato
dall’Autorità di Governo competente in materia di sport, non più dal
CONI.
Le preannunciate modifiche vengono confermate con la LEGGE 8 AGOSTO 2019,
N. 86 (legge delega, al fine di riordinare e semplificare le norme italiane in tema di sport e
attività motoria) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/08/16/19G00098/
Successivamente, il 4 novembre 2019, viene siglato il contratto di servizio tra CONI e SPORT&SALUTE
https://www.sportesalute.eu/primo-piano/1842-firmato-contratto-di-servizio-tra-coni-e-sport-e-salute.html
Lo annunciano in una nota il Comitato Olimpico e la nuova società, che hanno
voluto ringraziare il Ministro dello Sport “per il raggiungimento dell’accordo”.
“Profonda soddisfazione per l’accordo raggiunto” così, in una nota, il Ministro per le
Politiche giovanili e lo sport commenta la firma del contratto di servizio tra Sport&Salute e
CONI. “È un risultato davvero soddisfacente che sono certo segnerà l’avvio di un percorso
costruttivo e sinergico. Abbiamo con convinzione svolto un ruolo significativo per favorire,
nei tempi che avevo indicato, la positiva conclusione di un processo delicato e senza
dubbio tecnicamente assai complesso”
I termini del contratto vengono precisati nel
DECRETO LEGISLATIVO 28 febbraio 2021, n. 36
Gazzetta Ufficiale
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/03/18/21G00044/sg
Successivamente vengono ripresi alcuni aspetti introdotti precedentemente dal
leglislatore.
In particolare:
18 mar 2021 — Attuazione dell’articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante riordino e riforma
delle disposizioni in materia di enti sportivi
Ci possiamo anche chiedere quale principio sia stato introdotto dal recente d lgs 36 2021:
le disposizioni recano modifiche al regime contributivo e fiscale dei lavoratori sportivi e
chiariscono la distinzione tra l’area del professionismo e l’area del dilettantismo, in
particolare attraverso l’introduzione di una specifica disciplina del rapporto di lavoro
sportivo nell’area del dilettantismo.
Il 1° gennaio 2024 dovrebbe essere operativa la RIFORMA DELLO SPORT attuata con
l’introduzione di questa non ancora non ben definita SPORT&SALUTE Spa e con i 5 decreti
legislativi emanati il 28 febbraio 2021 in attuazione della legge delega dell’8 agosto 2019, n. 86 al
fine di riordinare e semplificare le norme italiane in tema di sport e attività motoria, portante
“Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive
nonché di semplificazione”, pubblicata in G.U. 16 agosto 2019, n. 191.
La situazione è ben descritta nel Corriere giuridico 6/2021-
https://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/1465_2021_531_38671.pdf
In questo studio si sottolinea che pesanti sono stati i rilievi critici rivolti a tale assetto italiano
dalla Presidenza del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che ha infatti lamentato
un’eccessiva diminuzione di autonomia e indipendenza in capo al CONI, tanto da mettere in
discussione la partecipazione della delegazione italiana ai XXXII Giochi Olimpici di Tokyo.
Cosicchè il Governo ha adottato talune misure volte a potenziare maggiormente il CONI e ad
assicurarne “la piena operatività e la sua autonomia e indipendenza quale componente del
Comitato olimpico internazionale” (art. 1, comma 1), da un lato prevedendo nella misura di 165
unità di personale la dotazione organica del CONI, da raggiungere mediante
trasferimento/ritrasferimento di addetti dalla Sport e Salute S.p.a., oltre che mediante concorsi
pubblici per titoli ed esami; dall’altro, aumentando di 5 milioni di euro l’importo del contributo
dovuto da Sport e Salute al CONI, portato quindi a 45milioni di euro in luogo dei precedenti 40
milioni, a scapito di quello dovuto agli altri enti federali sottoordinati, portato a 363 milioni di euro
anziché 368 milioni come precedentemente previsto. Misure che comunque, come da L. n.
145/2018 per tali aspetti tuttora vigente, vedono quindi pur sempre Sport e Salute S.p.a. (a
prevalente conduzione pubblica) quale ente erogatore dei contributi economici, sia al CONI che
alle Federazioni ed agli altri enti associativi istituzionali, e non più il CONI, attualmente preposto
alla preparazione olimpica degli atleti.
Successivamente il Governo ha emanato il 28 febbraio 2021 una serie di decreti che hanno
delineato una complessiva riforma dello sport. Se la riforma andrà a regime dal 1° gennaio 2024,
detti profili innovativi verranno ad essere presumibilmente applicati soltanto a partire dalla
successiva stagione 2024-2025.
La riforma dello sport che sarà realizzata con i cinque DD. Lgs. nn. 36, 37, 38, 39, 40 del 28
febbraio 2021, si articola nei seguenti ambiti: –
D. Lgs. n. 36, attuativo dell’art. 5 della legge delega, e recante “Riordino e riforma delle
disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo”;
- D. Lgs. n. 37, attuativo dell’art. 6 della legge delega, e recante “Misure In materia di rapporti di
rappresentanza degli atleti e delle società sportive e di accesso ed esercizio della professione di
agente sportivo”; - D. Lgs. n. 38, attuativo dell’art. 7 della legge delega, e recante “Misure in materia di riordino e
riforma delle norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi e della
normativa in tema di ammodernamento o costruzione di impianti sportivi”; - D. Lgs. n. 39, attuativo dell’art. 8 della legge delega, e recante “Semplificazione di adempimenti
relativi agli organismi sportivi”; - D. Lgs. n. 40, attuativo dell’art. 9 della legge delega, e recante “Misure in materia di sicurezza
nelle discipline sportive invernali”.
Di particolare importanza è la valorizzazione, per la prima volta in maniera specifica, della figura
del laureato in scienze motorie, attraverso la creazione di nuove competenze professionali, quella
del “chinesiologo” e quella del manager dello sport, concepite per perseguire il corretto
svolgimento delle attività fisico motorie, anche di livello agonistico, e la tutela del benessere nonché
la promozione di stili di vita corretti, figure non certamente fungibili, come invece sino ad ora era
potuto avvenire, da parte di improvvisati personal trainer con titoli professionali acquisiti mediante
rapidi corsi che prescindevano da specifiche competenze in tema di gestione delle problematiche di
natura fisico-motoria.
Inoltre viene introdotta la figura dell’agente sportivo, strettamente collegata alla individuazione di
un nuovo contratto, quello di “mandato sportivo”, disciplinato da un’apposita disposizione.
Sarà interessante seguire come evolverà la situazione, soprattutto in relazione al rapporto tra CONI
e questa nuova Società, Sport&Salute, che finora viene percepita dagli sportivi come una sorta di
fantasma.
Un fantasma che però è pieno di soldi, perché glieli passa direttamente il Governo.
Infine una strana annotazione: tutti i partiti sembrano essere d’accordo su questa Riforma dello
Sport. D’altra parte si ha l’impressione che, con questa Riforma, l’autonomia del CONI sia solo
fittizia, perché il condizionamento economico-finanziario sembra essere totale.
Tuttavia, conoscendo il nostro bel Paese, le cose potrebbero anche funzionare (per lo meno ce lo
auguriamo), tenendo conto delle grandi capacità adattative di noi italiani.
In ogni caso difficilmente la Riforma potrà essere un modello imitabile per gli altri Paesi, perché
farebbero troppa fatica per capire un’impostazione che nemmeno per noi è chiara.
Attualmente la nuova società si presenta così (con qualche imprecisione sulla data di nascita e sul
fondatore):
Sport e salute S.p.A. è un’azienda pubblica italiana che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia,
producendo e fornendo servizi di carattere generale. Il suo azionista unico è il Ministero dell’economia e
delle finanze, del quale è una società in-house. Ha sede nel palazzo H del Foro italico a
Roma. Wikipedia
Presidente: Vito Cozzoli
Fondazione: 2002
Fondata da: Ministero dell’Economia e delle Finanze
Forma societaria: Società per azioni
Sede principale: Roma
Settore: sport, ricerca, istruzione
Stato: Italia
Per ora la nuova società induce a riportare alla mente, nel presente, i
dubbi di Don Abbondio, che ad un certo si chiede nei Promessi Sposi:
«Carneade! Chi era costui?»
Carneade
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