di Nicole Lorenzet (laureanda nel corso di Laurea magistrale in Scienze motorie preventive e adattate)

Pallavolo o molto di più?

La maggior parte di noi sa che per giocare a pallavolo servono due squadre da 6 giocatori ciascuna, una rete e un pallone e dà per scontato che si giochi in piedi.

Pochi però, sono a conoscenza del fatto che esiste uno sport in cui la pallavolo viene praticata da seduti ed è proprio per questa caratteristica che prende il nome di “sitting volley”.

Il sitting volley è uno sport paralimpico, rivolto principalmente alle persone con disabilità fisica. È molto simile alla pallavolo per quanto riguarda i fondamentali tecnici e il numero di giocatori, ma è caratterizzato da degli adattamenti necessari a rendere il gioco possibile come, ad esempio, la rete più bassa e le dimensioni del campo ridotte.

L’estrema inclusività di questo sport è sicuramente una delle caratteristiche da menzionare.

Basta anche solo immaginare la bellezza e la potenza sprigionate dalla complicità di squadre composte sia da donne che da uomini, sia da atleti con disabilità che da normodotati. Un boom di emozioni, di sentimenti, di personalità diverse che insieme, da piccole fiammelle, diventano fuoco. Un fuoco acceso, vivo, forte.

Questa bellissima realtà, ormai da molti anni si sta diffondendo in tutto il mondo e, anche in Italia, sta muovendo i suoi passi, da Nord a Sud, facendo tappa anche a Verona.

La prima squadra di sitting volley veronese, targata CUS Verona, è nata un paio d’anni fa, grazie ad un progetto ambizioso e coraggioso che ha preso forma all’interno del Corso di Laurea in Scienze Motorie del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona.

Correva l’anno 2020-2021 quando Chiara Brugnoli, studentessa all’ultimo anno di laurea magistrale in scienze motorie preventive e adattate, entusiasta del suo tirocinio nell’ambito degli sport adattati, si imbatte nell’importante decisione dell’argomento della tesi di laurea. Le arriva un’alzata meravigliosa dalla dottoressa Valentina Cavedon, la quale, conoscendo la passione di Chiara per la pallavolo, le propone un progetto di ricerca sul sitting volley. Chiara, senza pensarci troppo, schiaccia la palla a terra e mette a segno il punto che le farà concludere i suoi studi non solo con la soddisfazione di una tesi sperimentale che le si calza a pennello ma anche con qualcosina di più.

Nasce così, un importante progetto di ricerca che vede al comando, oltre alla tesista Chiara Brugnoli, la professoressa Chiara Milanese e la dottoressa Valentina Cavedon.

Quest’ultima racconta di quanto sia stato impegnativo e veramente importante, il lavoro effettuato per portare avanti questo progetto, ma sottolinea anche quanto sia stato soddisfacente il risultato finale raggiunto. Un vero e proprio lavoro di squadra, che ha coinvolto più persone e che sta lasciando un segno rilevante non solo nella storia dello sport veronese ma anche nel contesto universitario.

Arriviamo a settembre 2021, con due eventi importanti da ricordare, avvenuti entrambi al Palazzetto Gavagnin di Verona: il collegiale tra la Nazionale di sitting volley maschile italiana e quella croata (18-19 settembre 2021) e il primo torneo di sitting volley organizzato a Verona, (25-26 settembre 2021) che ha visto coinvolte squadre provenienti da più regioni italiane.

Si può dire sia stato questo torneo, a dare il via alla formazione della squadra del CUS Verona Sitting Volley, guidata da quella stessa ragazza che con tanta grinta e ambizione, ha concluso i suoi studi con immensa soddisfazione e si è meritata il bellissimo quanto importante ruolo da allenatrice: Chiara Brugnoli.

Dopo la sua tesi, Chiara ha vinto una borsa di ricerca sul sitting volley e grazie alla raccolta dati di questo progetto, sono arrivate poi due importanti pubblicazioni scientifiche indicizzate su riviste internazionali.

“Tanta la felicità e la gratitudine per il susseguirsi di tutti questi eventi” – dice Chiara. “Oggi la squadra è in continua crescita e partecipa attivamente ai campionati e tornei che si svolgono in diverse regioni d’Italia.

Abbiamo creato anche una pagina Instagram (@cusverona_sittingvolley) con l’intento di arrivare a più persone possibile, di divulgare e far conoscere questo sport anche ai ragazzi più giovani perché crediamo che questa sia un’esperienza che può arricchire chiunque”.

È bello sottolineare che la scelta di far nascere la squadra proprio all’interno del contesto universitario, non è stata casuale, anzi, è stata pensata attentamente, per dare la possibilità agli studenti di mettersi in gioco in prima persona in uno sport adattato, di provare a sedersi e giocare, di avere la possibilità di svolgere il tirocinio in questo ambito e di poterci scrivere anche una tesi. Rappresenta anche una bellissima porta aperta verso gli studenti con disabilità, perché è una realtà vicina e pronta ad accoglierli.

Nicole Lorenzet

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