5 maggio 2024

Chiara Buratti straordinaria protagonista sulla scena

“L’ULTIMO GIORNO DI SOLE”

ILLUMINA IL TEATRO BIBIENA

La magia di Giorgio Faletti nello spettacolo ideato da Roberta Bellesini, moglie e compagna di vita dell’artista- Il progetto visionario di Tanya Lytvynenko e Matteo Brognoli per un polo culturale innovativo

Non c’è bisogno di scomodare Mozart, che debuttò al Teatro Bibiena nel 1770 consolidando, tredicenne, la fama da enfant prodige che già lo accompagnava. Di certo il Bibiena, un gioiello di architettura teatrale unico nel suo genere, ha un pregio che è al tempo stesso (noblesse oblige) un limite: non è per tutti. Non si arriva sulle tavole di quel palcoscenico senza poter esibire credenziali adeguate. 

Lungo preambolo per dire di Tanya Lytvynenko e di Matteo Brognoli e della scelta di affidare a Chiara Buratti e al tocco elitario di Giorgio Faletti l’incipit di un progetto culturale mai immaginato prima. Ci sarà tempo e modo per raccontare ciò che Artes potrà rappresentare per la città di Mantova: di certo, se valutiamo l’impatto che il Bibiena ha regalato già in apertura (domenica 5 maggio) con il pathos de “L’ultimo giorno di sole”, sembra consolidarsi l’idea di un polo “visionario”, all’insegna quindi di una imprescindibile libertà espressiva. La stessa libertà che Giorgio Faletti, ricordato con questo spettacolo nel decennale della scomparsa, aveva fatto propria nella scrittura oltre che nella musica e nel teatro.

Straordinario sul palco il contributo di Chiara Buratti, attrice raffinata per naturale predisposizione, con un registro scenico multiforme che proprio Giorgio Faletti aveva a suo tempo intuito al punto da scrivere e musicare una storia cucita sulla voce e sulla recitazione di Chiara. La standing ovation del pubblico, cinque minuti consecutivi di applausi (orologio alla mano!) sono qualcosa di più di un semplice tributo emozionale. 

Ad attrarre Faletti, così si narra, quella radice di malinconia che Chiara non fa trasparire e che anche Giorgio aveva dentro di sé, l’innesco segreto della sua vena creativa. Dietro le quinte, tuttavia, ecco la presenza silente ma cadenzata di Roberta Bellesini Faletti, moglie e compagna di vita di Giorgio, l’anima ispiratrice e compartecipe del prima e del dopo, testimone assorta delle tante vite che questo comico-cantante-scrittore-pittore sempre al di là di ogni convenzione, ha vissuto e…continua a vivere. “Quasi architetto”, dice Roberta di sé, ma nella realtà ben più di un architetto, con una progettualità vigorosa sempre in movimento. Si deve a lei l’idea di dare una veste nuova a “L’ultimo giorno di sole”, un progetto agganciato alla realtà ma carico di quelle emozioni che appartengono ancora, e non soltanto per lei, al territorio dei sogni. A distanza di tempo Roberta ha lavorato per farlo vivere nuovamente ma con un taglio diverso, con un nuovo allestimento, con una nuova regia (Tommaso Massimo Rotella), nuovi costumi (Alessandra Maregatti), e con musiche dal vivo. Ed è questo un modo per essere ancora partecipi, in maniera creativa, di quel mondo che in Giorgio Faletti aveva mille diramazioni, mille sfaccettature.

Quella del Bibiena era una “data zero”, l’anteprima della tournée nazionale, un lungo battito del cuore scandito anche dalla presenza sulla scena di tre grandi musicisti: Greg Fauque (basso), Luca Modena (batteria) e Vincenzo Murè (pianoforte e tastiere). L’anticipazione, al tempo stesso, di ciò che ArteS, co-produttrice

dello spettacolo con Orlantibor, si appresta a realizzare nell’area dell’Anconetta in un contesto scenografico in equilibrio tra le esigenze di una moderna architettura e la presenza pulsante della natura lacustre. Ma c’è di più, c’è l’aspetto visionario a calamitare l’attenzione per via di una filosofia che Tanya Lytvynenko e Matteo Brognoli Matteo esplicitano senza mezzi termini: “Contiamo sugli artisti per rispondere agli aspetti più elementari dell’esperienza umana e alle più grandi questioni sociali che devono affrontare le nostre comunità. Le arti riflettono i nostri pensieri, emozioni, sistemi e culture mentre ci spingono a mettere in discussione ciò che è e immaginare cosa potrebbe essere. Mentre lavoriamo per un futuro più perfetto, guardiamo alle arti per colmare le divisioni politiche, culturali e geografiche, incoraggiare punti di vista diversi e celebrare la differenza”. Una dichiarazione di intenti impegnativa e che impone, automaticamente, una capacità realizzativa di prim’ordine. Dal dire al fare? No, stavolta non c’è di mezzo il mare ma il lago. Una presenza complice. Corroborante.

Nelle foto; 1) Vincenzo Murè, Luca Modena, Greg Fauque, Matteo Brognoli, Roberta Bellesini Faletti, Tanya Lytvynenko, Chiara Buratti; 2) Matteo Brognoli, Tanya Lytvynenko, Chiara Buratti, Roberta Bellesini Faletti.

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