“Juantorena- La rivoluzione di corsa” è il secondo libero, in ordine di tempo, promosso dal Panathlon Gianni Brera-Università di Verona. Scritto da Roberto Borroni e Adalberto Scemma, è stato presentato in anteprima a Verona il 9 settembre 2015, in un Palazzo della Gran Guardia gremito di pubblico, con lo stesso Alberto Juantorena ospite d’onore, e poi al Festival della Letteratura di Mantova l’11 settembre (Palazzo di San Sebastiano – Museo della città, intervista con Federico Buffa) e nella libreria-tenda di Piazza Sordello alla presenza degli autori.
La prefazione del libro, che riportiamo qui è stata curata da Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma:
Bel titolo, “La Rivoluzione di corsa”. Dà l’idea di com’è pensato questo libro: un affettuoso e documentato tributo a un grandissimo fuoriclasse dell’atletica, con un occhio agli aspetti storici e sociali dell’isola dove è nato e che porta sempre nel cuore. La corsa è quella di Alberto Juantorena, el Caballo, l’uomo che alle Olimpiadi di Montreal del ’76 ha stupito il mondo, vincendo l’oro nei 400 e negli 800 (primo nella storia a fare una “doppietta” olimpica). La rivoluzione è quella di Cuba, di Fidel Castro. Alla quale Juantorena aderisce convinto, senza esitazione alcuna. È anche per la passione politica che rinuncerà a meeting internazionali che avrebbero potuto portargli soldi e record: anzi, non li prende proprio in considerazione.
Nel libro ci sono le tappe che hanno portato el Caballo a giganteggiare, a lasciare un segno indelebile nella storia dell’atletica. Ci sono gli aspetti tecnici che spiegano la sua grandezza, a cominciare dall’impressionante falcata di 270 centimetri. Ci sono le statistiche: come la straordinaria striscia di trionfi sui 400 metri tra l’agosto del ’73 e il luglio del ’76: 45 vittorie in 47 gare disputate (e nelle altre due un secondo e un terzo posto). C’è il racconto di come, a Montreal – a sorpresa, e senza una preparazione specifica – ha frantumato il record di Fiasconaro negli 800 metri.
E c’è il racconto della revolución. Degli ideali per i quali el Caballo si è sempre battuto. Ci sono le lacrime sul podio di Montreal dopo il primo oro olimpico della storia di Cuba e c’è la risposta ai giornalisti che gli chiedevano di commentare quella data storica: «No, non è una data storica. Domani è l’anniversario dell’assalto alla caserma Moncada di Santiago de Cuba, la mia città. Il sangue che Fidel e i suoi compagni hanno versato quel giorno, quello sì che è storico!».
C’è la revolución, con le sue contraddizioni e con la dignità e l’orgoglio nazionale che ha prodotto tra i cubani. C’è il modo di concepire lo sport, assolutamente unico nel mondo.
Spesso i libri scritti “a quattro mani” ispirano diffidenza. Non questo: qui la grande competenza tecnica di Adalberto Scemma, giornalista sportivo (e non solo) di serie A, con una sfrenata passione per l’atletica, e la conoscenza del mondo di Cuba di Roberto Borroni, grazie a frequentazioni culturali che si rinnovano da anni e anni, si completano alla perfezione. Com’era perfino doveroso, per un tributo a un campionissimo del calibro di Alberto Juantorena.
Claudio Rinaldi
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