di Romano Mattè
Il dogma è verità assoluta , eterna , indiscutibile . Ebbene, nel calcio attuale alcuni dogmi tattici , che parevano immutabili, sono stati violati e spazzati via da un mondosempre più frenetico , iperdigitalizzato e informatizzato.
E’venuto meno il dogma che affermava che ci si doveva sempre difendere in superiorità numerica.
Eugenio fascetti varò per primo la formula offensiva “a 2 punte centrali ravvicinate“ – non allineate! – per mettere in parità numerica al suo centro la linea difensiva “a 4” di ispirazione sacchiana, in cui i 2 centrali difensivi si alternavano coprendosi a vicenda nella marcatura della prima punta avversaria.
Con un pressing alto, fisico , feroce , puntuale, anche sporco e cattivo, si è visto che dietro ci si può difendere a sistema puro (ossia in parità numerica!): 3 difensori contro 3 attaccanti , il 4° difensore in “fase possesso” può inserirsi nel mezzo o in avanti.
Altro dogma violato è quello della specificità dei ruoli : I difensori devono difendere (appare banale !) e gli attaccanti attaccare. Si è compreso che le due funzioni sono strettamente interconnesse : anche chi difende deve partecipare alla fase offensiva e viceversa .
Pertanto fuori i difensori di piede ruvido, si abbassano interni di piede educato , capaci anche di difendere – lo ha fatto per prima la scuola olandese !- in modo da fornire agli attaccanti palloni più puliti , più fruibili , rendendo quindi ancora più rapida e imprevedibile la fase offensiva . Un esempio calzante nel nostro campionato lo ha fornito Gasperini, partendo dalla sua difesa “a 3” . I suoi esterni difensivi sono ex terzini o addirittura ex esterni-alti , (vecchie ali per intenderci!) più rapidi , più portati all’anticipo e a scivolare in fascia, ma anche ad inserirsi in fase-possesso sulle corsie esterne o addirittura nel mezzo,
accrescendo cosi l’imprevedibilità della fase offensiva. Chi affonda in verticale partendo da dietro, sfruttando il velo tattico degli attaccanti , crea una variante letale perché l’inserimento – in affondo verticale palla al piede o “ a rimorchio” – è difficilmente controllabile all’origine ed è tatticamente ( quasi) immarcabile , perché i difensori sono presi d’infilata . Anche gli attaccanti, per contro, devono partecipare alla fase difensiva – la prima difesa comincia là davanti ! – pressando e mordendo le prime palle in uscita
per riconquistarle o ritardando l’avvio della costruzione avversaria , accorciando nel contempo (verticalmente) lasquadra mantenendola così sempre corta e compatta. Si era affermato un tempo il dogma della “specificità” dei ruoli : in ogni posizione vi era uno specialista di quel ruolo .
Ebbene anche questo dogma tattico è venuto meno. Si sta affermando un calcio con giocatori universali che sappiano muoversi efficacemente in ogni zona del campo , un calcioin cui non vi sono più posizioni , ruoli e compiti fissi . Un’armonica e intelligente rotazione di posizioni e di compiti in fase-possesso non solo rende più equa la distribuzione della fatica – il dispendio psico-energetico viene ( quasi ) equamente suddiviso tra tutti gli uomini !- ma soprattutto rende più imprevedibile una squadra, creando agli avversari problemi tattici , che richiedono una rapida e corretta lettura situazionale pena la sconfitta .
Anche il pressing-alto effettuato sempre e comunque non è piu’ un dogma!: Gasp e Juric l’hanno capito , giacchè tale tipo di pressing effettuato in modo totale , fisicamente ringhioso richiede un
grande dispendio psico-energetico che deve essere inevitabilmente pagato . Il brutto finale della DEA nel penultimo campionato ne è la prova più eclatante ! Pertantoi due allenatori ( Gasp e Juric ) pressano sempretendenzialmente alto , ma in modo (soprattutto Gasp) meno asfissiante, piu’ chirurgico , persino più paziente . Solo nella gara contro il Bayern -Leverkusen di Xavi Alonso ( imbattuto da ben 51 gare! ) la DEA , ha pressato molto alto per i primi 30 – 35 minuti , in modo intelligentemente ossessivo, asfissiante , per certi aspetti anche spettacolare , “uomo contro uomo” , puntuale , correttamente feroce , per soffocare , paralizzare, quasi anestetizzare, l’avvio di palleggio avversario colpendolo al primo errore di giro-palla in modo spietatamente chirurgico.
Abbiamo anche iperboli tattiche rinnegate da un calcio sempre in evoluzione. Per iperbole si intende una figura retorica che amplifica ed esagera in eccesso un concetto per ottenere un particolare effetto espressivo. Quella bonipertiana – “il risultato non è la cosa più importante ma è la sola cosa che conta!”- è iperbole particolare , perché è soprattutto e solo una felice cinica e realistica battuta, ma quelle di Guardiola e di Klopp sono più strettamente tattiche. “Il mio centravanti è lo spazio!“, affermava Guardiola , intendendo che nel vuoto centrale lasciato dal finto “nueve” ( Messi), si catapultavano a turno
le seconde linee in proiezione verticale o gli esterni alti al “taglio -assist” o al “taglio a chiudere”. Questa scelta fatta , o per stato di necessità – mancanza in quel momento di vere punte centrali fisiche – o per scelta tattica a priori , viene rinnegata con la scoperta e l’impiego del giovane potente ariete Haalland . Anche l’iperbole di Klopp –“Il mio miglior 3/4 è chi recupera alto la palla“ – sottolinea il fatto , che tutti
i giocatori possono effettuare recupero alto di palla e pertanto possono divenire in quel preciso istante dei 3/4 . In un mondo sempre più mutevole in una società sempre più “liquida” anche il calcio , che ne è una diretta proiezione in chiave ludica non può sottrarsi a tutto questo ! E quelli che parevano dogmi tattici , verità assolute , indiscutibili e iperboli intelligenti e ciniche , vivono e si dissolvono nellaspazio di un mattino.
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