Articolo di Romano Mattè

Analisi dei fattori più importanti che hanno determinato il
cambiamento del calcio
.

1) Il gioco “a zona” ( tattica collettiva di difesa ) prevale sulla
marcatura “a uomo” ; la difesa a zona ha disabituato il
difensore al controllo dell’avversario : la posizione della palla
determina i movimenti (in sequenza : palla avversario –
compagni ) ; Gasperini, che con la sua DEA è un purista della “3”,
un fanatico dell’anticipo – ma non un integralista ! – ha tra i primi
saputo intelligentemente coniugare 2 tattiche difensive
apparentemente contrastanti , la difesa a zona e quella a
uomo : persa palla marco ad uomo l’avversario più vicino alla
mia zona nell’istante in cui la mia squadra perde palla.


2) La difesa deve innescare e partecipare attivamente alla fase
offensiva (vedi scuola olandese ), pertanto fuori i difensori di
piede ruvido, si abbassano centrocampisti di piede educato in
grado anche di difendere, per fornire agli attaccanti palloni più
puliti, più giocabili, più fruibili rendendo più rapida e
imprevedibile l’azione offensiva; ai difensori pertanto è
richiesto un maggiore lavoro con notevole dispendio psico-
energetico : debbono avviare gioco ( costruzione corta e lunga
), dare appoggio ravvicinato agli esterni-alti ( le vecchie ali ) o
affondare essi stessi (in sovrapposizione o con palla ) in fascia
per il cross-assist ( dal fondolinea largo o dalla 3/4 laterale.


3) E’ divenuta fondamentale la ricerca costante degli equilibri
tattici : l’equilibrio è divenuto una parola magica , un mantra! ;
Il segreto è quello di attaccare senza allungarsi perdendo le
distanze tra i reparti ( squadra sempre corta e compatta nelle
due fasi difesa-attacco ), attaccare riuscendo a difendere in
avanti , attaccare essendo sempre disposti a difesa.


4) Una delle spinte più importanti al cambiamento è stata data
dai 3 punti a vittoria ( stagione 94 -95 ) che ha penalizzato il
pareggio come un cattivo risultato .

Analisi di altri fattori che hanno concorso e supportato il
cambiamento:
A) Il ruolo che ha subito la maggiore evoluzione è quello del
portiere: il retropassaggio ( di piede non di testa ) al portiere gli
impone di giocare “di piede” : il portiere diviene l’uomo in più
nella costruzione di gioco: deve essere abile di piede per
consentire di partire da dietro, divenendo cosi il primo -play : a
lui è affidata gran parte della costruzione lunga (o lancio –
assist) deve saper leggere la situazione per indirizzare palla
nella zona più favorevole alla ripartenza ; inoltre, lo
sfruttamento dell’ampiezza orizzontale di campo per allargare
le difese avversarie con la percussione avvolgente all’”1>1”
degli esterni-alti ( le vecchie ali) e gli inserimenti degli esterni
bassi ( i vecchi terzini ) in sovrapposizione o palla al piede con
conseguente
cross- assist , impongono al portiere il controllo assoluto dello
spazio aereo sottomisura ( ultimi 15 m.).


B) Si va sempre più verso un calcio fisico, più muscolare e la
fisicità in senso lato (struttura morfo-atletica, fisicità
temperamentale , esplosività… ) è divenuta nel tempo quasi
più importante della stessa tecnica e con essa ha preso largo
spazio la figura del preparatore atletico.


C) Si sono riscoperte le vecchie ali di un tempo, ora chiamate
esterni- alti , abili nell”’1>1” , che prendono profondità aprendo
le difese avversarie sfruttando tutta l’ampiezza orizzontale di
campo; gli esterni-alti sono spesso schierati a piedi invertiti (
altra variante tattica ) i mancini sulla destra e viceversa , per
andare al taglio “a chiudere”( battuta diretta a rete ) o al “taglio-
assist” per un compagno.


D) Si è riscoperta la punta centrale fisica (vedi Haaland nel City !)
, potente, che sappia finalizzare di piede e di testa ( sponde
aeree e finalizzazione acrobatica ) dando senso tattico alla
costruzione-lunga , giocare sul corto ( uno-due ) attaccare la
profondità , venire all’incontro-sponda per gli inserimenti
verticali delle seconde linee e che sappia coprire e inchiodare

palla là davanti per consentire alla squadra di salire e prendere
campo.


E) Si cercano interni capaci di proiezione verticale : chi parte da
dietro, palla al piede o a rimorchio è difficilmente controllabile
all’origine e può battere a rete a specchio aperto.


F) E’ aumentata (a dismisura) l’intensità di gioco ; la scuola
veronese di Scienze motorie ( prof. Walter Bragagnolo ) per
prima ha definito l’intensità: essa è la magica coazione ( non
interazione !) di 3 momenti , che divengono un solo momento :
velocità di gambe ( condizione fisico – atletica ) , rapidità di
lettura situazionale ( anticipazione motoria ), e rapidità di
trasmissione di palla ( tecnica ) ; quando questi tre momenti
coagiscono (non interagiscono che è altra cosa ; ) si ha il top
dell’intensità ma quando uno di questi declina cala l’intensità ;
vi sono impegni agonistici ( Campionato , Coppe varie … )
sempre più ravvicinati che pongono il problema del recupero
psico-fisico per cui va posta maggiore attenzione al minutaggio
dei giocatori più importanti e i 5 cambi previsti , che sono un
bel vantaggio per i tecnici, vanno gestiti con estrema
attenzione per prevenire stress e infortuni.


G) Vi è un attenzione sempre più maniacale alle situazioni di
palla-inattiva (corner , piazzati vari , persino sulle rimesse
laterali , vedi Gronemark con Klopp ) , che sono divenute
sempre più decisive per il risultato e che richiedono la
presenza di tecnici specifici.


H) Si va sempre più verso una universalità dei giocatori capaci di
esprimersi efficacemente in ogni zona del campo: non vi sono
più ruoli , compiti , posizioni fisse : i difensori debbono saper
attaccare e taluni anche finalizzare (ad esempio: Dimarco
nell’Inter! ) e gli attaccanti devono essere i primi difensori ( la
prima difesa inizia in attacco!) .


I) Vi è una maggiore attenzione all’aspetto mentale individuale e
collettivo: l’empatia ( tra giocatori e tra questi e tecnico ) è la
vera forza nascosta che rende una squadra imbattibile anche
nella temporanea sconfitta.

Si va verso un calcio più offensivo , più votato all’attacco (
almeno nelle intenzioni !) : oggi si segna di più , mai così tanti
gol nei vari campionati da 70 anni a questa parte !. Sono
migliorati gli attaccanti o peggiorate le difese? : la verità (come
sempre ) sta nel mezzo. I grandi Club , che hanno operato
investimenti milionari , oltre a badare ( ovviamente) al risultato,
debbono commercializzare/monetizzare un modello , un
marchio possibilmente più attrattivo e vincente.


Concludendo: come può gestire il nostro calcio il
cambiamento in atto?

Vi sono 2 possibilità :
1) gestire in modo moderno il nostro gioco all’italiana ( difesa
elastica più fulminee ripartenze più adatto al nostro DNA
storico-culturale ; il nostro popolo storicamente non è mai stato
di attaccanti ma di difensori , che per centinaia d’anni hanno
respinto gli invasori: questo aspetto mentale non va
sottovalutato , perché strettamente collegato alla nostra storia ;


2) o adattarci in modo intelligente, senza però snaturarci ai
modelli di altre nobili scuole che abbiamo imparato a
conoscere, migliorandoli e per questo il nostro calcio sta
crescendo.

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