DALL’ISEF ALLA LAUREA IN SCIENZE MOTORIE

Anno zero: 1974-75

                                                           LA VERA STORIA DELL’ISEF

                                                                    Di Sergio Dall’O

Nella primavera del 1975, era il mese di maggio, l’amico Walter, in attesa che arrivassero al Campo scuola Coni di Basso Acquar gli allievi del «Cangrande» in vista dei Campionati Studenteschi, si presentò nel mio ufficio talmente serio e preoccupato da costringermi a chiedergli che cosa fosse accaduto di così grave. Mi rispose che gli aveva telefonato il senatore Dino Limoni dandogli una inaspettata triste notizia: il Ministero non aveva concesso il riconoscimento del Libero ISEF veronese di cui Bragagnolo era stato il fondatore. Era talmente giù di morale, Walter, da farmi sentire indirettamente coinvolto, al punto da proporgli di abbandonare il sogno del Libero ISEF e di cercare altre soluzioni. La fortuna e le circostanze furono invece favorevoli: consigliai a Walter di dimenticare la disavventura del Libero ISEF e di cercare la collaborazione con Bologna, che dal 1960 aveva ottenuto il pareggiamento, costituendo la base para-universitaria della classe docente tecnica del Paese. “Pensaci tu!”, fu la risposta dell’amico Walter. A quel punto ho riflettuto sul fatto che nella storia ci sono riverse circostanze che si intersecano e si rinnovano. La più importante riguardava il come e il perché Bologna avrebbe potuto istituire dei corsi paralleli a Verona. Tutto sembrava n romanzo, ma in realtà non lo era. Per la storia, occorre ricordare che già prima del 1870 Verona e Bologna ebbero fortuna di avere due illustri cittadini interessati a sviluppare l’educazione fisica tra i giovani: Marcantonio Bentegodi ed Emilio Baumann. Il primo, assessore alla Sanità alla Provincia di Verona e consigliere comunale; il secondo, insegnante di educazione fisica, assunto dal Comune di Bologna. Il Bentegodi era talmente entusiasta del Baumann al punto che l’educazione fisica e l’istruzione agraria furono le due bandiere da lui agitate negli ideali risorgimentali. Passano gli anni, il tempo non si ferma. Nell’anno 1963-64 il dottor Leonzio Veggio, assessore ai problemi della gioventù, viene nominato assessore allo Sport dal sindaco avvocato Renato Gozzi. È l’inizio del grande sviluppo dello sport veronese. Non dimentico il «Pensaci tu!» che mi aveva raccomandato Walter all’ indomani del clamoroso insuccesso del Libero ISEF. Parlo con il sindaco dell’opportunità di incontrare i responsabili dell’ISEF di Bologna e, in considerazione della personale amicizia che mi legava al dottor Giuseppe Lazzari, mi incarica di sondare quali fossero le possibilità di avere a Verona i corsi paralleli di Bologna. Dopo vari incontri con il direttore amministrativo Lazzari e con il professor Carlo Rizzoli, commissario dell’Istituto, organizzo una riunione con il sindaco di Verona, carica nel frattempo ricoperta da Leonzio Veggio. Stabilite le modalità e le spese, superati tutti gli ostacoli, viene firmata la convenzione e con l’anno accademico 1976-77 cominciano i corsi paralleli a Verona e gli studenti del Libero ISEF vengono ammessi dal commissario professor Rizzoli alla frequenza dei corsi paralleli. A questo punto è opportuno ricordare alcune nomine dei fondatori dell’ISEF veronese. Il professor Rizzoli nomina Sergio Dall’O coordinatore e rappresentante dell’ISEF di Bologna presso la sezione staccata di Verona, incarico mantenuto dal 1976 al 1982. Successivamente il Dall’O viene eletto dalla Provincia di Verona membro del Consorzio per la costituzione e lo sviluppo degli studi universitari in Verona, incarico mantenuto dal 1982 al 1989. Succedono al Dall’O, quali coordinatori dell’ISEF di Bologna, i professori Alessandra Tenan, Giovanni Fraccaroli e Giampaolo Fantin, mentre, sempre su proposta di Dall’O, il Consorzio universitario nomina il professor Walter Bragagnolo rappresentante del direttore tecnico dell’ISEF di Bologna in Verona, incarico tenuto fino alla trasformazione dell’Istituto in Facoltà. Ciò avviene a partire dall’anno accademico 1999-2000 con la legge 15/5/97 numero 127.

Con la nomina di Walter Bragagnolo a direttore tecnico si è sentita l’esigenza di disporre di un organico di docenti dedicato alla ricerca applicata. Egli è stato un grande allenatore animato dall’applicazione del movimento dapprima progettato e successivamente messo in atto sul campo.

Fra i tanti allievi merita una particolare memoria la professoressa Chiara Milanese, uscita dall’ ISEF nel luglio 1982. Chiara ha iniziato da subito come docente a contratto del corso di insegnamento di atletica leggera; successivamente ha vinto il concorso di ricercatore. Attualmente è professore associato presso il Corso di laurea in Scienze delle attività motorie e sportive dell’Università di Verona. Con la professoressa Chiara Milanese la Facoltà e l’Università di Verona iniziano a collocarsi nel panorama universitario europeo. Per lo sviluppo della sezione veronese sono state determinanti le collaborazioni e la disponibilità dei sindaci dottor Carlo Delaini e professor Gabriele Sboarina. Non si può dimenticare che, grazie al Consorzio per lo sviluppo degli studi universitari composto dal Comune di Verona, dalla Provincia di Verona, dalla Camera di Commercio e dalla Cassa di Risparmio, si è coronato il sogno di portare Verona al centro dello sport italiano. Per la storia merita ancora ricordare che, se non ci fosse stato Marcantonio Bentegodi — che ha lasciato il suo ingente patrimonio al Comune dí Verona —, probabilmente l’Istituto Superiore di Educazione Fisica avrebbe preso un’altra strada e lo stesso sarebbe successo per la Facoltà. Mi spiace segnalare a questo proposito che ai festeggiamenti della Facoltà svoltisi in Gran Guardia nel 2015 nessuno dei massimi rappresentanti universitari presenti ha ricordato il mecenate Bentegodi, l’Istituzione Bentegodi, il Consorzio per lo sviluppo degli studi universitari, quasi che l’ISEF di Bologna, come ebbi a dire nel mio strettissimo intervento, fosse venuto a Verona sulle ali della cicogna.

15 gennaio 2015

Convegno “Isef e Scienze motorie @ Verona”

Isef e Scienze motorie, quarant’anni di formazione, ricerca e collaborazioni

Dal 1974 a oggi, un percorso attraverso i quarant’anni di storia dell’Isef e di Scienze motorie veronese con lo sguardo al futuro. L’occasione per ripercorrerne le tappe principali, attraverso le voci dei protagonisti, è stata offerta dall’evento “Isef e Scienze motorie @ Verona” che si è tenuto giovedì 15 gennaio in Gran Guardia. L’appuntamento è stato organizzato dall’associazione Alumni guidata da Federico Schena, presidente del Collegio didattico di Scienze motorie dell’ateneo scaligero.

A tracciare il presente, Federico Schena. “L’Isef di Verona, uno dei pochi in Italia in cui si faceva ricerca nella scienza del movimento umano, ha passato il testimone a Scienze motorie. Abbiamo cercato di sviluppare il progetto con tre parole chiave: impegno, entusiasmo e lavoro in team. Il risultato di questi anni, sia nella ricerca scientifica che nell’ interazione con il territorio, ha avuto come orizzonte questo spirito. Non è un momento facile a livello nazionale per il nostro settore ma pensiamo che con le esperienze fatte in questi anni qualche buona  soluzione sia stata trovata. In fin dei conti non c’è niente come il movimento che allena alla ricerca di soluzioni. E in questo ambito, Verona è in prima linea nella volontà di andare verso il completo sviluppo delle Scienze motorie”.

A portare i propri saluti anche Marina Bentivoglio, direttore del dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento di cui Scienze motorie fa parte. “Scienze motorie, in questi anni, ha fatto sicuramente dei passi da gigante. Oggi l’attività fisica, controllata dai muscoli ma anche dal cervello, è sicuramente uscita dalle palestre, è una priorità per la salute pubblica e per il singolo individuo. E per questo il movimento è diventato oggetto di ricerche interdisciplinari anche a seguito delle sfide attuali: allungamento della vita media della persona, indebolimento muscolare e cognitivo, patologie cardiovascolari ed endocrine. È un settore molto ampio su cui lavorare e su cui i laureati in Scienze motorie possono offrire il loro contributo”.

In conclusione, Nicola Sartor, rettore dell’ateneo, ha accennato allo sviluppo futuro di Scienze motorie. “L’idea è quella di avvicinare le attività che attualmente si svolgono a Borgo Venezia a Borgo Roma. Questo consentirebbe la vicinanza fisica e lo sviluppo di sinergie ulteriori con il dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento e la creazione di un nuovo Campus. In questo bisogna però essere cauti perché noi, come università, non possiamo essere autonomi ma dobbiamo coinvolgere le istituzioni cittadine a partire dal Comune”.

La storia. Il primo istituto superiore per l’educazione fisica di Verona è stato fondato da Walter Bragagnolo nel 1974. Tappa fondamentale, poi, la trasformazione dal vecchio Isef al corso di laurea interfacoltà di Scienze motorie, che allora era condiviso con Scienze della formazione e Medicina.

“Era una facoltà nata con undici docenti universitari – ha ricordato Carlo Morandi, primo presidente del corso di laurea e, in seguito, anche preside di Facoltà – ai quali si sono affiancati molti docenti Isef che hanno portato la loro esperienza multidisciplinare. Fin dall’inizio la facoltà ha avuto l’obiettivo di aprirsi su tutto il territorio nazionale. Siamo arrivati a essere indicati da Alma Laurea come la facoltà più importante per quanto riguarda le ricadute nel mondo lavorativo con una percentuale di impiego dopo il primo anno di laurea superiore al 90%”.

“La sfida – hanno sottolineato Guido Fumagalli, primo preside della facoltà in Scienze motorie e Antonio Cevese, decano dei docenti di Scienze motorie  – non è stata tanto quella di far partire un corso di laurea, piuttosto la scelta di costruire una struttura scientifica e una cospicua attività di ricerca. Questo ha avuto impulso con la trasformazione avvenuta nel 2003 del corso di laurea in una facoltà autonoma che ha elaborato al suo interno un preciso progetto scientifico, focalizzato sugli aspetti funzionali dell’attività motoria. Il laureato in Scienze motorie dell’università di Verona, senza aver perduto le competenze educative dell’Isef, ha anche una connotazione ben precisa: è un esperto che sa lavorare con tutte le persone, dai settori giovanili alla terza età, basando l’esercizio fisico sull’evidenza di efficacia e sulle ricerca”.

IN PRECEDENZA, A VERONA …

… erano molto sentite e dibattute le esigenze di distinguere lo sport agonistico dallo sport amatoriale e dall’attività motoria per la salute, di avere a disposizione docenti preparati e di approfondire al massimo livello i temi inerenti. La laurea in Scienze Motorie è stata la risposta a tali esigenze.

Il Dott. Giovanni Fraccaroli, che assieme al Prof. Walter Bragagnolo ha fornito un grande contributo nella direzione di approfondire all’ISEF scaligero gli studi sul movimento umano

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