Mantova tra lentezza e velocità

L’uomo più veloce, l’animale più lento- Nuvolari e la tartaruga nel mondo di oggi”: un
titolo suggestivo per un evento inserito nel programma ufficiale del Giubileo 2025 e che
soltanto in una città speciale avrebbe potuto trovare adeguata realizzazione. Parliamo di
Mantova naturalmente, la città di Tazio Nuvolari, Learco Guerra e Roberto Boninsegna ma
anche di altri miti legati in qualche modo alla velocità: il ciclista Francesco Verri, tre
medaglie d’oro alle Olimpiadi di Atene1906, il portiere William “Carburo” Negri, che
volava tra i pali, il fuoriclasse della sciabola Gastone Darè, dai riflessi in automatico, lo
sprinter Mario Colarossi fino a Mario Manfredi, la “frusta d’oro” del trotto.
Una parola chiave, la velocità, che l’associazione culturale “No’hma in cammino” ha
abbinato idealmente a Mantova ritenendola rappresentativa dello spirito della città per un
evento carico di suggestione realizzato il 25 luglio scorso in collaborazione con il
Panathlon Mantova Tazio Nuvolari e Learco Guerra e la Scuderia Nuvolari Italia. In
occasione dell’Anno Santo sono state scelte le più importanti abbazie europee (tra queste
l’Abbazia in Polirone di San Benedetto a Po) come sedi per dibattere problemi legati alle
realtà agroalimentari e a eventi culturali di più ampio respiro. Proprio l’Abbazia in Polirone
ha ospitato in mattinata un importante convegno sulla biosostenibilità mentre nel pomeriggio
è seguito il dibattito nella sala della Madonna della Vittoria. Con tanti motivi di riflessione a
cominciare da…Trecentomilachilometrialsecondo!
Neppure se corresse alla velocità della luce il piè veloce Achille riuscirebbe mai a raggiungere
la tartaruga. Dal paradosso di Zenone alla meccanica quantistica, la storia del pensiero
matematico e filosofico si è snodata in parallelo con il concetto di velocità. Una corsa
condotta in accelerazione costante, come se il destino dell’uomo, e della sua sete di conquista,
fosse fatalmente legato alla capacità di percepire, per sublimarla, l’essenza del rapporto
spazio-tempo.
Per secoli lo sviluppo tecnico ha permesso, in ogni campo, di potenziare la velocità umana
(invenzione della ruota, allevamento di cavalli da corsa, tecnologia di trasporto tramite
carrozze, navi, treni, aerei). Ma tecnologia non significa solo uso di strumentazioni tecniche;
anche il corpo umano ha la sua tecnologia di velocità, dispiegata nello sport, per esempio,
dove riflessi e potenza muscolare determinano gran parte dei successi di un atleta. La velocità,
in tal senso, è un’esperienza che incide sull’immaginazione, che può essere realmente
percepita, anche in assenza di movimento, a patto che l’architetto, l’artista, il fotografo, lo
scienziato, l’ingegnere, il regista, lo stilista di moda o il creativo ne abbiano voluto mostrare
l’essenza e le conseguenze emotive e visive. Velocità dunque come mito del nostro tempo,
dispiegato in forme di creatività attraverso punti di vista differenti, ognuno con il suo
specifico, ma tutti insieme a formare un mosaico ampio e sfaccettato. Anche fotografie, video,
opere d’arte, automobili, design, possono concorrere a dare la sensazione di cosa sia la
velocità senza per questo perdere la propria funzione estetica e poetica.
In programma c’era anche una visita alla Sala dei cavalli di Palazzo Te, la residenza estiva dei
Gonzaga, nel cuore verde della città. Una scelta non casuale. A Palazzo Te, grazie agli
affreschi di Giulio Romano, è nato infatti il mito che associa il nome di Mantova all’ideadella velocità. Lo scenario, di per sé così suggestivo per la presenza di tesori d’arte, ci induce
a ricordare che i Gonzaga erano famosi per allevare cavalli da corsa imbattibili per velocità e
resistenza. I purosangue usciti dalle loro scuderie erano contesi da tutte le corti d’Europa,
sempre pagati a cifre da record vanificando la concorrenza delle grandi famiglie del tempo, i
Medici, gli Estensi e i Farnese. Basti ricordare a questo proposito la mostra “Dai cavalli dei
Gonzaga alle navicelle spaziali”, allestita a Palazzo Ducale in occasione di Mantova Città
europea dello sport 2019.
Tra i personaggi sportivi intervenuti al convegno di “No’hma in cammino” una citazione
d’obbligo spetta al pilota Bruno Giacomelli. Una carriera, la sua, legata soprattutto all’Alfa
Romeo in tutte le categorie automobilistiche con un top rappresentato dal titolo europeo di
Formula 2 e da 82 presenze in Formula Uno con un podio e una pole position. Accanto a
Giacomelli sono intervenuti i protagonisti dello sport mantovano che hanno legato in
qualche modo il proprio nome all’idea della velocità intesa anche come percezione
“spazio-tempo”: così Roberto Boninsegna, un mito del nostro calcio, Learco Guerra jr.,
ciclista azzurro nel tandem e nipote della “Locomotiva umana”, Giovanni Grazioli,
medaglia d’oro alle Universiadi con il primato europeo della 4×100, più volte campione
italiano dei 60 indoor, Diego Marani pluricampione italiano dei 200 metri e della 4×100,
due volte finalista europeo, Onorio Marocchi, vincitore della Coppa del mondo di bob,
Simona Parmiggiani, campionessa italiana dei 100 ostacoli, e Federico Biancoli, neo-
campione italiano di salto con l’asta.
A moderare il convegno è intervenuto Tonino Bettanini (direttore di “In Cammino/Abbazie
d’Europa”) dopo un saluto istituzionale da parte di Italo Scaietta, presidente degli Amici di
Palazzo Te e dei Musei Mantovani, di Giampaolo Benedini, responsabile delle relazioni
esterne della Scuderia Nuvolari Italia, di Daniele Pagliari, presidente del Panathlon Tazio
Nuvolari e Learco Guerra, e di Barbara Novellini, vice presidente di Confindustria Mantova.
Il dibattito ha avuto anche momenti dedicati al cinema (una clip del regista Eugenio
Cappuccio) alle arti visive (il critico d’arte Nicolas Ballario), alla musica (una clip del
compositore Dino Betti), alla cucina (la clip di Laura Delfino). In chiusura un momento di
riflessione spirituale curato da don Stefano Savoia, rettore della concattedrale di Sant’Andrea
e direttore del Museo Diocesano prima delle conclusioni affidate a Livia Pomodoro,
presidente del Teatro No’hma e dicente all’Università di Milano.

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